martedì 24 luglio 2007

La piccola Fiammiferaia (Hans Christian Andersen)



Faceva terribilmente freddo quella sera, con la neve che scivolava giù silenziosa. Era l'ultima sera dell'anno, la sera di San Silvestro..
In quel freddo, al buio,una povera bimbetta girava per le vie,a capo scoperto e scalza. A dire il vero quando era uscita di casa le scarpe le aveva: erano appartenute a sua madre, ed erano talmente grandi e lacere che la bambina le aveva perdute attraversando di fretta la via,per scansare le carrozze che andavano di gran carriera... Una non era più riuscita a trovarla in mezzo alla neve, l'altra se l'era presa un monello,schernendola.


E così la piccola camminava coi piedini nudi e arrossati dal freddo, era tutto il giorno che girava con una gran quantità di fiammiferi...nelle tasche del grembiulone che portava e ne teneva una scatoletta in mano, nella speranza che qualcuno li notasse e pensasse di averne bisogno. Finora non era riuscita a vendere niente...nessuno le aveva dato un soldo per i suoi fiammiferi, e lei aveva tanta fame,tanto freddo...
I fiocchi di neve le cadevano sui lunghi capelli biondi, sparsi in bi riccioli sul collo...e lei era davvero triste Alle finestre brillavano allegre molte candele e aleggiava per le vie un buon profumino d'arrosto.


In un angolino un pò riparato la piccola sedette abbandonandosi e rannicchiandosi con le povere gambine infreddolite, aveva sempre più freddo,ma non osava rincasare riportando indietro tutti i fiammiferi e neanche un soldino, il babbo l'avrebbe certo picchata! Le sue manine, però, erano quasi morte dal freddo. Ah, quanto bene le avrebbe fatto un piccolo fiammifero! Se si arrischiasse a cavarne uno dallo scatolino, ed a strofinarlo sul muro per riscaldarsi le dita... Ne cavò uno, e trracc! Come scoppiettò! come bruciò! Mandò una fiamma calda e chiara come una piccola candela, quando la parò con la manina. Che strana luce! Pareva alla piccina d'essere seduta dinanzi ad una grande stufa di ferro, con le borchie e il coperchio di ottone lucido: il fuoco ardeva così allegramente, e riscaldava così bene!... La piccina allungava già le gambe, per riscaldare anche quelle... ma la fiamma si spense, la stufa scomparve, - ed ella si ritrovò là seduta, con un pezzettino di fiammifero bruciato tra le mani.

Ne accese un altro: anche questo bruciò, rischiarò e il muro, nel punto in cui la luce batteva, divenne trasparente come un velo. La bambina vide proprio dentro nella stanza, dove la tavola era apparecchiata, con una bella tovaglia d'una bianchezza abbagliante, e con finissime porcellane; nel mezzo della tavola, l'oca arrostita fumava, tutta ripiena di mele cotte e di prugne. Il più bello poi fu che l'oca stessa balzò fuor del piatto, e, col trinciante ed il forchettone piantati nel dorso, si diede ad arrancare per la stanza, dirigendosi proprio verso la povera bambina... Ma il fiammifero si spense, e non si vide più che il muro opaco e freddo.

Accese un terzo fiammifero. La piccolina si trovò sotto ad un magnifico albero, ancora più grande e meglio ornato di quello che aveva veduto, a traverso ai vetri dell'uscio, nella casa del ricco negoziante, la sera di Natale. Migliaia di lumi scintillavano tra i verdi rami, e certe figure colorate, come quelle che si vedono esposte nelle mostre dei negozii, guardavano la piccina. Ella stese le mani... e il fiammifero si spense. I lumicini di Natale volarono su in alto, sempre più in alto; ed ella si avvide allora ch'erano le stelle lucenti. Una stella cadde, e segnò una lunga striscia di luce sul fondo oscuro del cielo.

"Qualcuno muore!" - disse la piccola, perchè la sua vecchia nonna (l'unica persona al mondo che l'avesse trattata amorevolmente, - ma ora anche essa era morta,) la sua vecchia nonna le aveva detto: "Quando una stella cade, un'anima sale a Dio."

Strofinò contro il muro un altro fiammifero, che mandò un grande chiarore all'intorno; ed in quel chiarore la vecchia nonna apparve, tutta raggiante, e mite, e buona...

"Oh, nonna!" - gridò la piccolina: "Prendimi con te! So che tu sparisci, appena la fiammella si spegne, come sono spariti la bella stufa calda, l'arrosto fumante, e il grande albero di Natale!" - Presto presto, accese tutti insieme i fiammiferi che ancora rimanevano nella scatolina: voleva trattenere la nonna. I fiammiferi diedero tanta luce, che nemmeno di pieno giorno è così chiaro: la nonna non era stata mai così bella, così grande... Ella prese la bambina tra le braccia, ed insieme volarono su, verso lo Splendore e la Gioia, su, in alto, in alto, dove non c'è più fame, nè freddo, nè angustia, - e giunsero presso Dio.
Ma nell'angolo tra le due case, allo spuntare della fredda alba, fu veduta la piccina, con le gotine rosse ed il sorriso sulle labbra, - morta assiderata nell'ultima notte del vecchio anno. La prima alba dell'anno nuovo passò sopra il cadaverino, disteso là, con le scatole dei fiammiferi, di cui una era quasi tutta bruciata. "Ha cercato di scaldarsi..." - dissero. Ma nessuno seppe tutte le belle cose che aveva vedute; nessuno seppe tra quanta luce era entrata, con la vecchia nonna, nella gioia della nuova Alba.