Chi non ha mai mangiato questo dolce tipico del Natale? Esiste da generazioni e non invecchia mai…è sempre attuale, sempre buono e soffice, seguendo, ovviamente la ricetta della tradizione!
Ma la tradizione..da dove nasce?
Una delle tante (versione poco famosa trovata girovagando sul web) è molto romantica: Il protagonista si chiama Ugo, un giovane nobile, innamoratosi (contro la volontà di suo padre) della bella figlia del fornaio della contrada, che spesso andava a trovare.
Ma da un po’, la bella fornaia era sempre stanca, essendo aumentato il lavoro a causa della mancanza di un garzone ammalatosi proprio in quel periodo…tanto che aveva anche proposto al nostro eroe, Ugo, di non vedersi per qualche tempo.
Il giovane, però, non era d’accordo… non riusciva a pensare neanche per un attimo di dover rinunciare a vederla anche solo per un giorno! Quindi, il giorno dopo, vestito di abiti umili, si fece assumere da Toni, il fornaio padre della sua innamorata, in qualità di nuovo garzone. Nonostante il duro lavoro, però, gli affari del fornaio andavano molto male per via di una nuova bottega che aveva aperto proprio li accanto che portava via oltre la metà dei clienti del povero Toni.
La situazione era critica, e Ugo decise di agire: Con l’incoscienza dei giovani rubò una coppia di falchi che vendette per acquistare del burro…la notte stessa Ugo aggiunse il burro al pane, che divenne molto soffice. L’indomani la voce che il pane della bottega del fornaio Toni era il più buono si diffuse per tutta Milano…
Si andò avanti così per qualche tempo; Ugo rubava falchi per comprare burro e zucchero da aggiungere al pane del fornaio Toni…facendo impazzire i milanesi.
Passò il tempo e venne il Natale, in quel periodo Ugo decise di dare un ultimo tocco al suo pane, aggiungendo all’impasto anche uova, pezzetti di cedro candito e uva candita… Tutta Milano, il giorno di Natale, si presentò alla porta del fornaio per acquistare il suo pane: il “Pan del Toni” (da qui il nome “Panettone”); Con il passare del tempo, Toni divenne ricco, così Ugo potè prendere in sposa sua figlia senza che i suoi parenti avessero nulla da ridire.
Un’altra leggenda racconta di una suora, Ughetta, cuoca di un povero convento milanese.
La giovane devota, per celebrare il Natale insieme alle sue consorelle, aggiunse all’impasto del pane dello zucchero, del burro, i canditi e l’uvetta, tracciando con il coltello una croce sulla sommità del dolce, in segno di benedizione.
Di storie relative alla nascita del panettone, comunque, ce ne sono tante, ma è difficile stabilire chi fu realmente l’inventore di questo dolce. I primi documenti sulla sua esistenza risalgono al 1200 e ci raccontano che nelle comunità rurali intorno a Milano, nel giorno di San Biagio, su usava mangiare del “pandolce”: simile al pan di Spagna con dentro l’uvetta. Sembra che questo pane avesse anche scopo terapeutico, in quanto proteggeva dal raffreddore.
A partire dal XV secolo, poi, il panettone di diffuse sempre più, prima in Lombardia e in seguito in Italia, fino a divenire il dolce-simbolo del Natale. E’ presente anche nel trattato di cucina scritto intorno al 570 da Bartolomeo Scappi, cuoco personale di papa Pio V; Il Vocabolario Milanese Italiano di Cherubini (1839) lo descrive come Panatton o Panatton de Natal: “Specie di pane frumentato addobbato con burro, uova, zucchero e uva passerina o sultanina, che intersecato a mandorla quando è pasta, cotto che sia risulta a molti cornetti. Grande e di una o più libbre sogliamo farlo soltanto per Natale; di pari o simil pasta ma in panellini si fa tutto l’anno dagli offellati e lo chiamano Panattonin…” Nel 1847, Baolo Biffi ne prepara uno per papa Pio IX, che venne inviato a destinazione per mezzo di una carrozza, tali erano le sue dimensioni!
Nel Novecento il panettone comincerà ad essere esportato all’estero.
Nel Novecento il panettone comincerà ad essere esportato all’estero.
La sua forma caratteristica la si ha grazie a un’intuizione di Angelo Motta, che fasciò la base del panettone con carta sottile, imponendone la crescita in verticale, con il tipico “cappello”.
Qui la ricetta tradizionale per un panettone fai da te!
Qui la ricetta tradizionale per un panettone fai da te!
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