martedì 1 dicembre 2009

...chiamatemi Babbo Natale!






Babbo Natale è una delle figure natalizie per eccellenza, e forse la più amata dai bambini.
Questo dolce vecchietto rubicondo e allegro, dalla risata tonda e inusuale, col pancione e la barba bianca popola le speranze dei bambini nella notte della vigilia di Natale...
La figura di Babbo Natale così come la immaginiamo adesso, è lo stereotipo dato da Thomast Nast, cartoonist americano vissuto nel XIX secolo, pare si fosse ispirato al personaggio di Pelznickle(secondo il folklore tedesco, un demone convertito che riunisce intorno a se Elfi e Folletti per costruire doni che poi portava ai bambini del villaggio la vigilia del Natale) e lo abbia disegnato per la rivista Harper's Weekly. (di seguito un immagine di Pelznickle)

Un altra immagine che lo portò all'immaginario collettivo come lo vediamo oggi apparve, sempre negli Stati Uniti con Frank Baum (autore de il meraviglioso Mago di Oz) che lo disegnò per il suo racconto "La vita e le avventure di Santa Claus" . Ma il vero Babbo Natale moderno è da sempre legato alla pubblicità della Coca-Cola che, alcune leggende metropolitane vogliono addirittura vederla inventare il mito di Babbo Natale com'è oggi. Ma questa è stata semplicemente la modifica di un'immagine già presente nell'immaginario collettivo, che vedeva il grasso omino con la barba bianca. L'unica cosa che diede in più al Babbo come lo conosciamo oggi è il tradizionale costume bianco e rosso (vedi colori che contraddistunguono la cocacola) che proprio per questo, ogni anno a Natale lo utilizza come sponsor.



Il Babbo Natale moderno, in tutte le sue versioni, in realtà deriva da un personaggio storico: San Nicola di Myra (più noto come San Nicola di Bari) di cui si racconta che era solito fare regali ai poveri....si ricorda soprattutto un gesto particolarmente nobile: egli regalò la dote alle tre figlie di un cristiano povero ma devoto, evitando loro l'obbligo di darsi alla prostituzione. Di questo episodio parla anche Dante nel suo Purgatorio:

Esso parlava ancor de la larghezza
che fece Niccolò alle pulcelle,
per condurre ad onor lor giovinezza.
(Purgatorio, canto XX vv. 31.33)

Dalla leggenda di San Nicola deriva anche la festa olandese di Sinterklaas (il compleanno del Santo) da cui il mito e il nome di Santa Claus nelle varie accezioni e lingue. I suoi abiti sono simili a quelli di un vescovo: porta la Mitra rossa con una croce dorata disegnata sopra e un Pastorale (ancora richiamo a San Nicola). Sinterklaas arriva su un cavallo bianco con il quale vola sui tetti e i suoi aiutanti scendono attraverso i comignoli per lasciare doni ai bambini.



Il Babbo Natale moderno riunisce in se due figure, quindi: quella antica di portatore di doni di origine popolar-religiosa e una più moderna, di un personaggio britannico preesistente che risale al XVII secolo che viene descritto come un signore barbuto e corpulento, con una lunga barba e un mantello verde con pelliccia. Rappresentava lo spirito della bontà e Dickens lo inserisce nel suo "Canto di Natale" come lo Spirito del Natale Presente.
A quanto pare, Santa Claus ha assunto il suo aspetto definitivo con la poesia "Una visita di San Nicola", ma più nota come "La Notte di Natale" (the Nigh before Christmas), pubblicata sul Sentinel il 23 dicembre 1823. L'autore della poesia è tradizionalmente Clement Clarke Moore, ma comunque l'attribuzione è controversa. Qui per la prima volta vengono dati i nomi alle Renne di Babbo Natale: Dascher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder e Blitzen per la versione inglese, tradotti poi con i nomi Fulmine, Ballerina, Donnola, Freccia, Cometa, Cupido, Salterello e Donato nella versione italiana.

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