Il Natale in Francia viene celebrato in modi diversi a seconda delle regioni. Certamente, però, il Natale nelle grandi città è il più commerciale e forse spettacolare, con le luci e le manifestazioni tipiche della grandi città.
L’Alsazia, ad esempio è la Regione dei mercatini di Natale francesi, i più belli si trovano infatti a Strasburgo e a Marsiglia.
La festa di San Martino annuncia l’inizio delle feste di Natale. La leggenda narra che San Martino smarrì il suo asinello fra le dune e che alcuni bambini muniti di lanterna lo ritrovarono; per ricompensarli San Martino trasformò in dolci lo sterco del suo Asino…La tradizione vuole, quindi, che ogni anno gli scolari della Francia settentrionale fabbrichino delle lanterne per andare in cerca di San Martino e del suo asinello.
Nelle famiglie francesi a Natale si prepara il Presepe (che occupa davvero un posto privilegiato nella loro tradizione) formato da piccole statuine d’argilla (i Santouns) vestite con i costumi tradizionali estremamente curati che, a differenza dei presepi nostrani (a parte quello napoletano, su cui andrebbe davvero aperto un capitolo a parte piuttosto lungo), raffigurano i personaggi del paese, come il sindaco, il parroco, le maestre, ognuno con i propri attrezzi di lavoro ed accessori che servono per identificare la statuina…personaggi che vanno ad aggiungersi ai personaggi classici del presepe. Questa tradizione nasce nel XVII° Secolo ed è molto viva, soprattutto in Provenza.
Nelle piazze delle cattedrali del sud la nascita di Gesù è messa in scena sia da attori che da marionette. Anche qui vengono messi in scena i personaggi del luogo, proprio come nei presepi all’interno delle case, e vanno ad aggiungersi ai personaggi classici. Uno dei personaggi più amati dai bambini è il piccolo Ravi, un allegro personaggio che, con la sua lanterna, fa luce sul sentiero in direzione del presepe.
A Marsiglia, nel periodo di Natale si tiene la Fiera dei Santoun: Una grande mostra di presepi di grandissima fattura, fatti con estrema precisione e realismo.
I Bambini francesi ricevono i doni da Gesù Bambino (Petit Jésus) o da Pere Noel (il nostro Babbo Natale)assistito da Pre Fouttard che ha il compito di ricordare a Pere Noel come si sono comportati i bambini durante l’anno.
In alcune regioni della Francia settentrionale Pere Noel fa visita ai bambini per ben 2 volte: la prima il 6 Dicembre (giorno di San Nicola) e il giorno di Natale, naturalmente. La vigilia di Natale i bambini usano lasciare le proprie scarpette vicino al caminetto per essere riempite di doni da Babbo Natale, il giorno dopo, infatti le trovano colme, e inoltre appesi all’albero ci sono anche dolci frutta, noci e giochini…
Un usanza particolare vuole che gli adulti si scambino i doni il giorno di San Silvestro (Saint-Sylvestre), e non a Natale!
Ogni regione francese conserva le proprie tradizioni con orgoglio: in Provenza, ad esempio, nei camini si brucia il ceppo di Natale, un grande ceppo di abete che deve ardere per tutto il giorno di Natale!
Nel piccolo paesino di Carprentràs (sempre in Provenza) si usa dedicare alla Madonna un vaso di “rosa di Gerico”, una pianta particolare proveniente dalla Terra Santa. La leggenda vuole che Maria, in Viaggio verso Nazareth benedì la pianta con la vita eterna.
In alcune chiese vicino al mare, invece, al termine della messa di mezzanotte, una processione di pescatori e di pescivendoli deposita ai piedi dell’altare un cesto colmo di pesci, in segno di devozione ed affetto verso Gesù.
Durante la veglia del 24 dicembre le famiglie si riuniscono per cena, le pietanze vengono spesso accompagnate dallo Champagne, tipico e famosissimo vino francese, le pietanze più tradizionali sono il Foie gras, ostriche, salmone, o anche tacchino ripieno. Il dolce Natalizio per eccellenza è il “bûche de Noël”
( il cosiddetto “Tronchetto di Natale”, fatto di pan di spagna e cioccolato arrotolato a forma di tronco e decorato con funghetti, babbi natale di zucchero e decori natalizi colorati).
Altro dolce tipico della tradizione francese è la “Torta dei re” (galette des rois - che si mangia il giorno dell'Epifania, che ha dato il nome alla torta),
fatta di pasta sfoglia con dentro crema alla mandorla. Dentro è nascosta una figurina di gesso verniciato o ceramica che si chiama la "fava" perché originariamente era una vera fava. Quando arriva l'atteso momento, il più giovane dei conviviali va sotto il tavolo. Qualcuno taglia la torta. Quando si rispetta davvero la tradizione, questo taglio si fa con la torta coperta da uno strofinaccio, in modo che, se il coltello incontra la fava, il tagliatore non possa sapere in che porzione si trovi, e che non si possa barare. Ma, chissà perché, spessissimo la fava si troverà nella porzione del bambino che sta sotto il tavolo... Quando la torta è tagliata, si prende una porzione e si chiede al bambino sotto la tavola : "per chi è questa ?" Il bambino risponde : "Per mamma, papa, zia….", nell'ordine che vuole lui. (La tradizione vuole che ci sia una porzione in più del numero esatto dei conviviali. Si chiama : "la porzione del povero". Nei nostri tempi nessuno squilla alla porta per chiedere una porzione di torta, ma nel passato questo avveniva. Oggi si divide normalmente la torta nel numero esatto).
Quando tutte le porzione sono distribuite, si mangia. Quello che trova la fava è il re o la regina. Gli si mette sulla testa una corona di cartone dorato. In qualche famiglia si beve nell'onore del re, il quale deve bere in un solo colpo un bicchiere di vino o acqua (secondo l'età) mentre tutti gli altri ripetono : "Le roi boit, le roi boit, le roi boit" (il re beve), o "la reine boit" (la regina beve). È più divertente con "il re", perché è più difficile da pronunciare.
Poi il re sceglie nell'assistenza la sua regina (o la regina il suo re), che al proprio turno deve bere un grande bicchiere.
In Provenza la tradizione vuole che il cenone della Vigilia termini con 13 dolci, che rappresentano Gesù e i 12 apostoli. Spesso, inoltre, sulla tavola imbandita, si trovano anche delle arance considerate in passato una prelibatezza e regalate quindi per Natale.
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